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TUTTO SU SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI

  • Immagine del redattore: Molise On The Road
    Molise On The Road
  • 12 lug 2023
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 24 nov 2023

Oggi vi porteremo alla scoperta di San Giacomo degli Schiavoni, un incantevole comune, le cui bellezze naturali e l'atmosfera rurale hanno conquistato il cuore dei visitatori e stabilito forti legami con le località circostanti.

Bene, adesso tutto quello che bisogna fare è mettersi in cammino per scoprire insieme le meraviglie di questo piccolo comune!


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Il blogger Molise On The Road con alle spalle il cartello di San Giacomo degli Schiavoni
Cartello stradale San Giacomo degli Schiavoni

Indice


Descrizione


Questa località è rinomata per le sue risorse ambientali e la sua affascinante atmosfera agreste, che si sono rivelate un vero tesoro per il turismo costiero.

Il comune ha saputo sfruttare al meglio queste caratteristiche, creando connessioni significative con le località vicine e fornendo ai visitatori un'esperienza autentica.

Un luogo dove la bellezza del paesaggio si fonde con l'energia vitale di una comunità che ha abbracciato il turismo costiero come un'opportunità per condividere la sua identità e la sua storia.


Altre caratteristiche

  • Centro Storico: Il vecchio borgo si presenta con una forma molto compatta e dell’antica fortificazione medioevale con le case in pietra ben conservate dagli abitanti e dai segni del tempo.

  • Zona Nuova: Nelle zone nuove del paese vi è la presenza di abitazioni composte di tipo condominiale ma non mancano anche delle splendide villette di ottima fattura. Il centro cittadino è a misura d’uomo dove tutto è facile da raggiungere comodamente a piedi, compreso il comune.


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Cosa Visitare


Nonostante non sia ricco di molte bellezze culturali come chiese ed edifici storici, ha comunque un suo fascino unico che conservano ancora l'atmosfera tradizionale del luogo.


Strutture Religiose:

  • Chiesa Valdese

  • Parrocchia del Santissimo Rosario

Strutture Civili:

  • Fontana Delle Conchiglie

  • Villa Rustica Romana

  • Arco dell’Orologio

Strutture Naturali:

  • Grotte di San Giacomo


Eventi e Tradizioni


  • Santo Patrono San Giacomo (9 agosto)

  • Sant’Antonio di Padova


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Dove Mangiare

  • Pizzeria "Al Colle"

Dove Dormire

Curiosità su San Giacomo degli Schiavoni


  • NOME ABITANTI: Sangiacomesi

  • NUMERO DI ABITANTI: Circa 1.390

  • SANTO PATRONO: San Giacomo il Maggiore (9 agosto)

  • PAESI CONFINANTI: Guglionesi, Termoli

  • FRAZIONI/LOCALITA’: Colle della Stella, Ponticelli, Solagne

  • CLIMA IN ESTATE: Nei periodi caldi le estati possono essere spesso calde ed afose, ma prevalentemente asciutte e dal cielo sereno

  • CLIMA IN INVERNO: Gli inverni sono freddi e ventosi con il cielo parzialmente nuvoloso

  • ECONOMIA DEL PAESE: Il sistema degli uffici e dei servizi pubblici è di vitale importanza in questa località. Il comune ospita esclusivamente gli uffici amministrativi municipali e l'ufficio postale. - Le strutture scolastiche: Sono presenti sul posto solo istruzioni primarie, ma i giovani pendolari non devono affrontare spostamenti troppo lunghi grazie alla vicinanza di Termoli, distante solo 7 km. - Sanità: Per quanto riguarda il sistema sanitario, è presente una farmacia per le necessità mediche della comunità. - L'economia locale: Continua a basarsi principalmente sull'agricoltura, con una particolare enfasi sulle colture tradizionali regionali come cereali ed olivi. - L'industria: ha registrato uno sviluppo significativo nel settore metalmeccanico, mentre il terziario si limita a una rete di negozi e attività commerciali che soddisfano appena le necessità quotidiane della popolazione.

  • GEOGRAFIA DEL TERRITORIO: Un territorio facile da raggiungere ed immerso tra il verde delle sue boscaglie e le sue colline e splendidi campi aperti

  • ALTITUDINE: 169 m.s.l.m

  • SUPERFICIE: 11,08 km²


Piatti Tipici

  • Le Cacaruozze

  • La Cappuccia

  • Fettine di vitello alla contadina


Come Arrivare


Se venite dalla vicina Termoli non andate in confusione: infatti appena vedrete delle case sembrerà di dover continuare dritti lungo la strada, ma in realtà il centro cittadino lo trovate sulla vostra sinistra dell’incrocio.

Se nel caso provenite da Guglionesi sulla vostra destra.

Se svoltate a destra dell’incrocio troverete un’altra zona avente un’ampia area di case e villette.


In Auto
  • Da Nord e da Sud: Prendere l'autostrada Adriatica A14 direzione Pescara, uscire a Termoli, seguire la direzione Campobasso/Larino, proseguire lungo la SS 87 (strada statale Bifernina), attraversare Termoli, continuare in direzione San Giacomo degli Schiavoni (SP 168).

  • Da Campobasso: Prendere la SS 647 dir B fino al bivio Termoli - Bojano, proseguire per la SS 647 direzione Termoli, continuare sulla SS 87 (strada statale Bifernina), attraversare Termoli, proseguire in direzione San Giacomo degli Schiavoni (SP 168).

  • Da Napoli: Prendere l’autostrada del Sole A1 Roma - Napoli, uscire al casello di Caianello, seguire le indicazioni per Isernia poi prendere la SS 650 (Fondovalle Trigno) in direzione di San Salvo, proseguire sulla SS 16, attraversare San Salvo Marina, a Termoli continuare sulla SP 168 in direzione di San Giacomo degli Schiavoni.

  • Da Roma: Prendere l'autostrada A24 Roma - L'Aquila, continuare sull'autostrada A25 per Pescara, poi prendere l'autostrada A14 per Bari, uscire a Termoli, seguire la direzione Campobasso/Larino, prendere la SS 87 (strada statale Bifernina), attraversare Termoli e continuare sulla SP 168 in direzione San Giacomo degli Schiavoni.


In Treno

La stazione ferroviaria più vicina è quella di Termoli (distante solo 7,5 km circa; Linea Milano - Bari).


In Aereo
  • Aeroporto Foggia

  • Aeroporto di Pescara

  • Aeroporto di Napoli


Consiglio di viaggio


L'estate è il momento più vivace dell'anno, segnato dal ritorno delle persone che si erano trasferite altrove per le vacanze e dagli eventi folcloristici più importanti del paese.


La storia del paese


Storia di San Giacomo dal 1200 in poi (Ricerche storiche di Oscar De Lena)


La terra abitata di S. Giacomo era posseduta, in origine, dai Cavalieri Templari, ordine fondato nel XII secolo al tempo delle crociate.

Si trattava di un casale che si trovava sul colle oggi chiamato Contrade delle Piane nelle vicinanze del tratturo l’Aquila-Foggia.


Nel 1294, anno di un forte terremoto, la piccola comunità sangiacomese, insieme con una estesa tenuta terriera passò all’ordine dei Gerosolimitani: Cavalieri di S. Giovanni.

Qualche anno più tardi la comunità fu assegnata all’Università di Termoli (era questo il modo di chiamare il Comune imposto da Federico II di Svevia ).


Quindi alla Mensa Vescovile.


Gli abitanti del piccolo casale erano un popolo pacifico dedito alla coltivazione dei campi, all’allevamento del bestiame e alla pastorizia.


Nel 1404 Termoli con il casale di San Giacomo, viene acquistato da Francesco De Riccardis, Maresciallo del Regno di Napoli, e rimane feudo dei De Riccardis fino al 1436.


Il 5 dicembre 1456, alle ore 21 un tremendo terremoto del 10 grado con epicentro nella zona di Benevento, distrusse centinaia di piccoli e grandi paesi: dall’Aquila fino a Melfi di Potenza. Nel Molise 32 castelli andarono in rovina; a Termoli cadde la Torre campanaria e la parte superiore della Cattedrale.

Morirono circa 40.000 persone quando l’Italia dell’epoca ne contava circa 8 milioni.

Solo a Larino ci furono 1313 morti e l’avvenimento venne ricordato come: “il terremoto di S. Antonino”)


Nella cronaca di Sant’Antonino di Firenze si legge:


“ il terremoto che si verificò in alcune parti del Regno e particolarmente nella Puglia, l’anno del Signore 1456, il giorno 5 dicembre alle ore 21, e che si ripetè il 30 dello stesso mese alle ore 16, fu un terremoto che non si ricorda a memoria d’uomo, e che mai si legge fosse di tale veemenza e che abbia provocato tanta mortalità di uomini.”


Anche le povere abitazioni di S. Giacomo con la chiesetta di S. Pietro che si estendevano sul Colle delle Piane furono completamente distrutte.


Si narra che solo poche famiglie si salvarono.


Queste, trovandosi completamente sul lastrico, chiesero aiuto al Vescovo di Termoli: Duccio, a quel tempo anche Barone di S. Giacomo nonché feudatario di tantissimi terreni dell’agro sangiacomese.


Il vescovo possedeva oltre a tanti terreni anche il Palazzo Baronale.

Alcune famiglie furono alloggiate nel Palazzo Baronale, altre scavarono delle grotte nelle vicinanze del Palazzo e lì vissero per alcuni anni.


Vescovo dopo aver concesso asilo alle famiglie sopravvissute al tremendo e devastante terremoto permise loro anche di abitare nel suo feudo, di coltivare terreni ed allevare animali.


Nelle vicinanze del Palazzo Baronale c’era anche un’antica chiesa corrispondente a quella attuale costruita sulle rovine di un’altra preesistente e nella quale si recavano i coloni che coltivavano i terreni del feudo della Mensa Vescovile.


Quando ai sopravvissuti del terremoto si aggiunsero anche gli immigrati provenienti dalla Schiavonia, oggi Slavonia, che fuggivano dalle loro terre devastate dagli eserciti turchi, iniziarono le costruzioni delle prime case della nuova S. Giacomo.


Da quella data in poi, siamo intorno al 1500, le grotte furono utilizzate solo come ricovero per gli animali.

Il villaggio cominciò così pian piano a crescere intorno alla chiesa e al palazzo baronale.

Per impedire le razzie dei briganti e degli eserciti turchi, che in quel tempo assalivano e depredavano i casolari, (sbarco dei turchi a Termoli al comando di Pialì Pascia il 2 agosto del 1566 ) furono costruite intorno al villaggio, che si andava costituendo, quattro porte:

  • Porta di Vico del Tempio

  • Porta di Via Roma

  • Porta di Via Frentana

  • Porta dell’Orologio

Fu così che gli abitanti sentirono la necessità di costruire anche una via di fuga attraverso un cunicolo che, partendo dalla chiesa, usciva alla quinta grotta.

Si pensa che le grotte all’inizio erano sette, tante quanto era il numero dei “focolari”: le famiglie sopravvissute al terremoto.


In realtà si ha riscontro di solo cinque grotte di cui quattro adibite a dimora per le famiglie scampate al terremoto del 1456 e una quinta, la più lunga, costruita circa 100 anni dopo come via di fuga tra il paese e le campagne.


Nel 1549, sotto il dominio spagnolo, tutte le terre del regno abitate da albanesi o dalmati furono condannate, per ordine del Viceré, ad essere bruciate e distrutte per la continua facinorosità di queste popolazioni.

Nella sola provincia del Molise, di trentasette “ terre “, ventinove furono destinate al fuoco e tra queste anche : Santo Jacopo de Sclavoni ( dell’Episcopo di Termole )


Così il Vescovo Tommaso Giannelli nel suo libro “ Memorie “ scritto durante la sua reggenza della Diocesi di Termoli tra il 1753 ed il 1768 racconta dei rapporti tra il Vescovo suo predecessore Vincenzo Durante di Brescia che resse la diocesi di Termoli dal 1539 al 1565 con San Giacomo:


“Nel governo di costui ( 1539-1565 ) vennero dalla Dalmazia Uomini e donne, alle quali per difetto di Coloni, diede il Vescovo ricovero nella sua Tenuta di S. Giacomo.


Ed avendo manifestato il loro animo di volervi fissare il domicilio, nell'anno 1564 si stipulò convenzione, colla quale dichiarò il Vescovo quello, che intendeva fargli godere, ed essi loro si obbligarono corrispondere le rate de frutti, e prestare particolare servizio, come si scriverà nel notare lo stato presente del Feudo di S. Giacomo.”


Curiosità


I sangiacomesi, una volta stabilitisi sul pianoro sovrastante le grotte su cui si trovava il Palazzo Baronale, sentirono la necessità di disporre dell’acqua.

Fu così che dapprima costruirono un pozzo: “u puzz cavalle” ancora oggi esistente.


Poi, siccome si rivelò insufficiente ottennero dal Vescovo:

Fra Isidoro Pitiella l’autorizzazione a costruire una fonte a circa un chilometro dall’abitato ( anno 1751 ).


E’ questa una costruzione di stile romanico con quattro arcate al centro delle quali su una pietra arenaria vi è inciso: I.M.I. – Iesus Maria Iosef ; S.G. San Giacomo; 1751


La fonte divenne subito il luogo di aggregazione del vita paesana:

ad essa si recavano le donne non solo per attingere l’acqua per i fabbisogni domestici ma anche per lavare la loro biancheria.

Qui si incontravano e, mentre effettuavano il bucato, cantavano allegramente cantilene dialettali.


Al termine del lavoro tornavano in paese ognuna con il suo bucato nella cesta di vimini trasportata in testa sulla quale un rotolo di panno: “a spere “, facendo da cuscinetto, attenuava il peso che la testa doveva sostenere.


Ah.. quante storie d’amore ed innamoramenti avvenivano sotto quei quattro archi mentre l’acqua fresca di sorgente zampillava nelle vasche!!


Alla fonte si portavano a dissetare anche gli animali dopo una lunga giornata trascorsa nei campi ad aiutare i contadini.


Era una festa quando, dopo una giornata di duro lavoro i sangiacomesi ed i loro animali si recavano alla fonte per attingere l’acqua e per abbeverare i loro muli o i loro asini!

Nella strada che portava alla fonte era un continuo via vai di persone ed animali: chi scendeva e chi saliva.

Diventarono così tanti che la strada si rilevò insufficiente per il transito degli animali per cui si sentì il bisogno di allargarla.


Fu costruita così una mulattiera con i lastroni di pietra locale: i cosidetti “scaloni“.


Oggi gli scaloni sono stati sommersi dall’asfalto, i muli e gli asini hanno fatto posto a trattori e mezzi meccanici ma la tenacità e la laboriosità della gente di S. Giacomo che è rimasta a lavorare i campi è la stessa che i nostri antenati avevano quando a piedi calpestavano gli “ scaloni “.


L'origine del nome


Forse il nome non ti dice molto, ma è interessante sapere che gli "Schiavoni" erano un popolo slavo che ha lasciato un'impronta significativa nella storia di questo luogo.


Ma andiamo a scoprire tutte le radici di questo splendido borgo molisano.

Nella prima metà del Cinquecento, il paese fu ripopolato da una colonia di slavi, noti come "Schiavoni".


Questi Schiavoni furono così chiamati perché lavoravano nei feudi del vescovo, che si estendevano non solo sulle terre di San Giacomo, ma anche su altre aree circostanti.


Descrizione dello stemma


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Lo stemma, raffigura il busto di San Giacomo ed è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica.


Possiede in mano un bastone di legno e un rametto di alloro.

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