LA LEGGENDA DI MAZZAMAURIELLO E ZI' MONACA
- Molise On The Road
- 8 nov 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Nel cuore delle tradizioni popolari del Sud Italia, si cela una misteriosa leggenda che racconta la storia di Nora, una giovane suora, e del folletto Mazzamauriello a Campobasso.
Questo affascinante racconto fonde elementi di fervente devozione religiosa con il folklore, creando un'atmosfera unica e misteriosa.
Mazzamauriello è una figura enigmatica, capace di portare benefici o pericoli a seconda di come viene trattato.
Questa leggenda ci trasporta in un mondo dove la fede, la superstizione e il soprannaturale si intrecciano in una trama affascinante, culminando in una scelta fatale che cambierà il destino di Nora e della sua casa per sempre.

Indice
La Leggenda
Nora era l'unica figlia di un carpentiere e di una filatrice di lana.
Sin da piccola, aveva dimostrato una forte vocazione, trascorrendo le giornate in preghiera e facendo buone azioni.

Quando ancora era giovane, purtroppo, perse entrambi i suoi genitori e, rimasta sola, seguì il suo cuore e scelse di diventare una suora. Una volta diventata suora, i suoi compaesani iniziarono a chiamarla "Zì Monaca", e questo nome le rimase.
Un giorno, mentre si trovava in casa intenta ai lavori domestici, udì un rumore e si voltò. Rimase stupefatta nel vedere un essere strano nel mezzo della stanza.
Era alto poco più di due palmi, aveva il viso pieno di lentiggini e uno sguardo beffardo.

Indossava un berretto rosso con una nappa turchese pendente da un lato, e vestiva un giubbotto verde su dei pantaloni che finivano in un paio di stivali alti fino alle ginocchia. Alla vita, portava un cinturino bianco con sonagli che suonavano a ogni suo movimento.
Quell'essere era Mazzamauriello, un folletto scherzoso che poteva diventare pericoloso se si svelava la sua presenza. Nora impallidì e cercò di respingerlo, ma il folletto si presentò dicendo: "Ciao Zì Monaca!"
Nora era terrorizzata e chiese chi fosse e perché si trovasse lì. Mazzamauriello le spiegò chi era e che abitava in quella casa, ma le disse che se mai avesse bisogno di aiuto, poteva chiamarlo.
Nora sapeva delle storie sulla sua natura dispettosa e pericolosa, ma anche sul suo potere di aiutare chi lo trattava con gentilezza.
Mazzamauriello appariva e spariva velocemente, facendo scherzi e provocando Zì Monaca. Tuttavia, alla fine, cercava sempre di farsi perdonare, facendo cadere monete dal suo berretto come gesto di benevolenza. Nonostante i fastidi che le causava, Nora accettava pazientemente la presenza del folletto, temendo cosa potesse succedere se lo avesse tradito.
Ma un giorno, Mazzamauriello fece uno scherzo così estremo che metteva a rischio la vita di Nora. Temendo per la sua sicurezza, Nora cercò l'aiuto di suo cugino Menico, che le suggerì di cambiare casa.

Mazzamauriello, quando seppe della decisione di Nora, si infuriò e la minacciò.
La monaca si spaventò, ma quando cercò di fuggire, il folletto la fulminò con il suo anello magico, causandole la morte.
Da allora, nessuno osò più abitare in quella casa, temendo gli spiriti maligni, e il luogo divenne noto come maledetto.

Chiunque passasse di lì si faceva il segno della croce, recitando: "Croce bianca e croce nera, il diavolo se la porta via."
Curiosità sui "Mazzamauriello"

Il mazzamurello è un personaggio molto noto non solo in Molise ma in tante altre regioni d'Italia ed in tanti modi differenti viene esclamata la sua pronuncia: (o mazzamauriello, mmazzamëriéllë in ascolano, mazzamurillë in pescarese, mazzamuriéllë in napoletano, mazzamureddu in siciliano).
Essa è una creatura fantastica della tradizione folclorico-fiabesca di gran parte delle regioni centro-meridionali d'Italia.
La figura del mazzamurello è presente nel folclore romano, napoletano e più in generale in quello di tutte le regioni del centro-sud dalle Marche fino alla Sicilia.
Il mazzamurello è un folletto di montagna ma non solo.
Esso presenta numerosi corrispettivi in altre zone d'Italia: i mazzariol di Pieve di Cadore, i mazapegol dell'Emilia, i mazzarot dei boschi delle Tre Venezie.
A livello europeo, il mazzamurello può essere inteso come la versione italiana del leprechaun irlandese, del brownie inglese, del coboldo tedesco, del tomte scandinavo, o degli jólasveinar islandesi.
In quanto creatura fantastica, il mazzamurello appartiene a quello che viene definito "piccolo popolo" (sidhe, secondo la dizione gaelica), ossia l'insieme delle creature fatate (o creature intermedie) che compongono l'immaginario fiabesco delle tradizioni popolari.
Il mazzamurello può considerarsi inoltre la versione italica del Robin Goodfellow gallese, chiamato pwca e reso celebre da William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate.
Caratteristica precipua del mazzamurello è il produrre dei rumori all'interno delle abitazioni per manifestare la sua presenza agli abitanti della casa. Infatti, l'etimologia del nome di questo folletto viene fatta derivare popolarmente proprio dai termini "mazza" (colpo) e "murello" (mura), per indicare la sua abitudine di battere contro le mura di una casa per manifestarsi.
Altra ipotesi farebbe derivare il nome da "ammazza Mori", ove per "Mori" si intendano i Saraceni.
In ogni caso, secondo la tradizione fiabesca popolare, la presenza di un mazzamurello in casa indica la prossimità di un tesoro, un pericolo imminente per uno degli abitanti o (più spesso) un messaggio di un caro defunto che cerca di comunicare con i vivi.
Nel territorio dei monti Sibillini alla pari di altre creature mitologiche, come le fate caprine e la stessa sibilla appenninica, i mazzamurelli sono tradizionalmente considerati quali messaggeri tra il mondo ordinario e il mondo incantato, ovvero tra il mondo terreno e il mondo dell'aldilà.
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