EUGENIO CIRESE
- Molise On The Road
- 26 ago 2023
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Eugenio Cirese è nato il 21 febbraio 1884 a Fossalto e ha vissuto lì fino al 1911, quando la sua famiglia si è trasferita a Castropignano. Ha insegnato come maestro elementare in Molise dal 1904 al 1915.

Indice
Biografia
Successivamente, ha ricoperto ruoli di responsabilità nel campo dell'istruzione come Direttore didattico e Ispettore scolastico in diverse località, tra cui Teano, Avezzano, Cittaducale, Rieti, Campobasso e di nuovo a Rieti dal 1940 fino alla sua morte il 8 febbraio 1955. La sua vita è stata interamente dedicata all'ambito educativo, e "Gente buona" rappresenta solo uno dei risultati di questo impegno. La sua dedizione alla scuola si intreccia strettamente con altre passioni che aveva, come i canti tradizionali del popolo, il dialetto, la poesia e l'affetto verso le persone della sua terra. Le sue prime opere, come "Canti popolari e sonetti", "Discurzi di cafoni" e "Ru Cantone de la Fata", risalgono al periodo tra il 1910 e il 1915, anni in cui si trovava prevalentemente in Molise.
Dopo aver trascorso anni intensi nei nuovi luoghi in cui si è stabilito, Eugenio Cirese ha avuto un'attività creativa continua. Ha servito nell'esercito a Macerata dal 1915 al 1919, con la produzione di "Su spire e risatele" nel 1917. Tra il 1920 e il 1932 è stato ad Avezzano, creando "Rugiade" e componendo versi che ha musicato, come la "Canzone d’atre tiempe", lodata da Ferruccio Ulivi. Ritornato in Molise dal 1937 al 1940, ha scritto le prose dialettali di "Tempo d’allora". Durante il suo ritorno a Rieti, ha collaborato con la scuola elementare per realizzare la prima raccolta di canti popolari della provincia, pubblicata nel 1945 e recentemente ristampata. Nel 1951, spinto da Ulivi, ha superato un lungo periodo di silenzio poetico pubblicando "Lucecabelle", seguito dalla raccolta postuma di "Poesie molisane". Questi lavori hanno attirato l'attenzione di importanti critici letterari come Pier Paolo Pasolini, Giorgio Caproni e Eugenio Montale, che hanno elogiato il suo "animo sensibile e toccato da una vena pura di canto", come descritto da Carlo Bo. Durante questi anni a Rieti, ha contribuito anche alla creazione dei "Canti popolari del Molise", coinvolgendo nuovamente la scuola e la comunità della sua terra natale.
Nel 1953 venne pubblicato il primo volume dei "Canti popolari del Molise" di Eugenio Cirese, seguito dal secondo volume postumo nel 1957. Questi volumi hanno ispirato Pasolini nel suo Canzoniere italiano, poiché riflettono una biografia del Molisano, dipinta con tratti così unici da superare persino l'approccio etnologico e sociologico, secondo le parole di Pasolini. Nel 1953, Eugenio Cirese fondò anche la rivista "La Lapa", dedicata alla storia e alla letteratura popolare. Nonostante la portata internazionale della rivista (fu la prima a pubblicare uno scritto di Claude Levi-Strauss in italiano), mantenne le radici dialettali e molisane. Il primo articolo della rivista, intitolato "Quasi un programma", rifletteva sulla connessione profonda con il suo luogo natale e le sue memorie. Nel 1991, grazie all'Istituto Eugenio Cirese di Rieti, all'Università del Molise e al supporto delle amministrazioni provinciali di Rieti e Isernia, l'editore Cosmo Marinelli ha ristampato "La Lapa", includendo due annate di contributi di Eugenio Cirese e una terza annata postuma.
Dopo sei anni, con il sostegno dell'Amministrazione provinciale di Campobasso, l'editore locale Marinelli ha pubblicato due volumi intitolati "Oggi domani ieri", contenenti tutte le poesie in dialetto molisano di Eugenio Cirese, insieme a musiche e altre pagine sul dialetto, la poesia e il Molise. Nel 2000, a Toronto, Luigi Bonaffini ha tradotto in inglese il volume postumo del 1955, "Poesie molisane", pubblicandolo con il titolo "Molisan poems" attraverso le edizioni Guernica, e ha incluso la traduzione del saggio su Eugenio Cirese scritto da Luigi Biscardi.
La recente ristampa di "Gente Buona" conferma il legame riconoscente tra il Molise e Eugenio Cirese, che fu studente, insegnante e appassionato raccoglitore di canti e poesie della regione. La sua figura è celebrata come "Poeta del Molise", come si legge sulla sua tomba e sull'intestazione di una strada a Castropignano chiamata "via di zì Minche". Una delle sue poesie, intitolata "CAMINA", ritrae vividamente la fatica quotidiana della vita rurale e il legame con la terra.
Riconoscimenti
È stata dedicata al suo nome una scuola primaria di Rieti, parte dell'Istituto comprensivo Angelo Maria Ricci.
Opere
Canti popolari e sonetti in dialetto molisano, Campobasso-Isernia, V. e G. Colitti, 1910.
La guerra. Discurzi di cafuni, Campobasso, De Gaglia & Nebbia, 1912.
Ru cantone de la fata. Storia de tiempe antiche in dialetto molisano, Pescara, Stab. Industriale Grafico, 1916?
Suspire e risatelle, Campobasso, G. Colitti e figlio, 1918.
Arte infantile, Lanciano. Tipografia Masciangelo, 1923.
Gente buona. Libro sussidiario per le scuole del Molise, Lanciano, Giuseppe Carabba, 1925.
Rugiade, Avezzano, Edizioni Marsica, 1932.
Tempo d'allora. Figure, storie e proverbi. Prose in dialetto molisano, Campobasso, Fratelli Petrucciani, 1939.
Raccolta di canti popolari della provincia di Rieti, Rieti, Nobili, 1945. Ristampa anastatica: Roma, Nuovo almanacco, 1997.
Lucecabelle, Roma, Bardi, 1951. Riproduzione anastatica: [s. l.], [s. n.], 1984.
Poesie molisane, Caltanissetta, Salvatore Sciascia, 1955. Ristampa anastatica: Campobasso, Tipografia Aurora, 1993.
Oggi domani ieri. Tutte le poesie in molisano, le musiche e altri scritti, a cura di A. M. Cirese, 2 voll., Isernia, Marinelli, 1997.
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